Quando pensiamo alle olive facilmente richiamiamo alla mente paesaggi tipicamente mediterranei: le colline toscane, le pianure pugliesi, i terreni marginali del sud Italia, le isole greche, le coste del nord Africa e del Medio Oriente, la Spagna. Il binomio ulivi – Mediterraneo lo ha creato la storia e lo ha rinsaldato la scienza; pensiamo al valore della dieta “mediterranea” e, all’interno di essa, il ruolo dell’olio extravergine di oliva. I paesaggi che associamo più facilmente al Mediterraneo sono isolette, spiagge, colline; molto meno la montagna. Eppure ci sono montagne che sono mediterranee quanto un’isola greca: sono le Alpi Liguri, una catena montuosa che affonda le radici nei fondali del Mare Nostrum. Sulle pendici di questi monti, fin dall’antichità, l’uomo coltiva i simboli del mare più famoso: la vite e l’olivo. L’ulivo cresce più facilmente tra i 100 m. e i 500 m. s.l.m., per questo siamo abituati a vedere le piante dalla prossimità al mare fino all’alta collina. Tuttavia, nei luoghi giusti, e la Liguria è uno di questi, l’ulivo cresce anche in bassa montagna, fino oltre gli 800 m. s.l.m. La montagna ligure è accidentata già alle medie latitudini, e le coltivazioni, soprattutto quelle arboree, richiedono un grosso investimento di tempo e manodopera. Gli oliveti si sviluppano su terrazzamenti costruiti con pietre a secco che richiedono costante manutenzione, e bisogna rinunciare ai mezzi meccanici: tutte le operazioni si svolgono con utensili manuali e tanta pazienza. Noi di Olio Abbo abbiamo scelto di puntare su queste zone difficili e parzialmente spopolate della Liguria, non perché fosse facile, ma perché vogliamo offrirvi l’eccellenza dell’olio di oliva.
Gli ulivi tornano in montagna
Non tutte le cultivar di olive sono adatte alla vita in montagna: molte sono state selezionate nel tempo per adattarsi alla costa o a alla bassa pianura, a zone più umide o a terreni di composizione più argillosa o sabbiosa. Ma quelle che ce la fanno, traggono tutti i vantaggi dell’altitudine. O meglio, noi amanti dell’extravergine ne traiamo tutti i vantaggi. Un’oliva che si adatta bene all’alta collina / bassa montagna è la varietà taggiasca. Taggia, il paesino ligure che ha dato il nome alla cultivar, si trova, come spesso accade in questa parte di Italia, incastrato tra le montagne, e, sebbene il centro abitato non si elevi molto sul livello del mare, il suo territorio sale di quota rapidamente. Rapidamente la pregiata qualità di Taggia si è diffusa nell’entroterra, scalando le Alpi Liguri terrazzamento dopo terrazzamento.
Con l’avvento della meccanizzazione e della rivoluzione verde il processo si è invertito: l’agricoltura si è ritirata a quote più basse, dove le rese giustificavano gli investimenti e le nuove tecnologie esprimevano il massimo potenziale, così i terreni marginali sono stati progressivamente abbandonati e gli uliveti terrazzati abbandonati a sé stessi. Negli ultimi decenni la tendenza è nuovamente cambiata: la nuova sensibilità dei consumatori per la qualità e la ricerca del gusto, unitamente alla voglia di riscoperta delle tradizioni e dei territori, spinge per un ritorno alle origini ma in chiave moderna. E’ uno spartiacque, in questo senso, il Regolamento UE 1151/2021 (insieme al decreto attuativo MiPAAF del 26 luglio 2017) che disciplina i prodotti agricoli di montagna, aprendo la strada alla certificazione.
Noi di Abbo non vedevamo l’ora di poter recuperare una tradizione che è anche nostra: abbiamo atteso che il mercato fosse maturo per un prodotto importante, sia per il gusto, per le caratteristiche organolettiche, per i risvolti ambientali e sociali che vi sono dietro, che per il prezzo. Abbiamo riportato in montagna il nostro olio migliore, l’extravergine di qualità taggiasca. I nostri uliveti taggiaschi si trovano nel territorio di Bajardo, un minuscolo paesino arroccato sulle Alpi Liguri a 900 m. di altitudine, sito nell’entroterra di Taggia. Alla fine della campagna olearia 2021 avremo, per la prima volta, il nostro olio di montagna certificato, e 100% monocultivar taggiasca. Senza chimica, senza meccanizzazione, naturalmente protetto dai parassiti, e solo da manodopera trattata con rispetto, l’olio di montagna Abbo porterà sulle tavole degli appassionati un extravergine con il pedegree. Giovanni Abbo.